martedì 20 marzo 2012

LA VIA DEL DISTACCO

La via del distacco è comprendere che non c’è separazione, che nessuno può disunirsi; la mente lancia i dadi dell’Universo percepito per poi ritrarlo a sé come unico getto nel quale la “via del distacco” non può che rimanere nelle virgolette, come concetto arbitrario, privo dello stesso.

Quindi non può avvenire il distacco da qualcosa o da qualcuno. Penso che bisognerebbe riflettere sul fatto che l’esprimersi sia un'unica rappresentazione, in cui le dinamiche si spieghino spontaneamente con la consapevolezza “rapita” dal Senza-Dinamiche . Dunque, non ha più ragione di esistere nell’esperienza mondo che vi siano cose dalle quali distaccarsi, tanto meno dallo stesso creato, che inspira ed espira come unico manifestarsi.

La straordinarietà è comprendere che nell’affondare in se stessi ci portiamo tutto, tutti, nulla e nessuno, soprattutto anche le cose per le quali con fatica ci “distacchiamo” e che crediamo ormai separate da “noi”.

La preghiera “prego Dio di riprogrammarmi le dinamiche mentali” aiuta a consapevolizzare come tutto possa essere in un'unica rappresentazione e che la divisione è solo un gioco che la mente produce a causa dell’inconsapevolezza.

Poiché non si è separati da nessuno o dalle cose, l’impegno di distaccarsi da qualcosa o da qualcuno diviene un lavoro arduo e soprattutto alimenta altre fallaci “divisioni” coniugate con le apparenze emancipazioni .

Inoltre, la preghiera “prego Dio di riprogrammarmi le dinamiche mentali” ottimizza il quotidiano la cui integrità potrà esprimersi come via della incomparabilità, esclusività, e non come via del distacco.

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